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Pasquinate celebri : la voce del popolo

  • gmattiello8
  • 7 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

I romani sono persone che difficilmente sanno tacere in un dialogo. Ovunque siano, in un bar, al mercato, sul bus o in piazza, hanno sempre qualcosa di cui lamentarsi, gesticolando in modo teatrale e con toni, non di rado, plateali. Guai a toglier loro l’ultima parola! Indubbiamente, poi, se c’è qualcosa che caratterizza i romani è quel pizzico di ironia che non guasta mai. Questo è lo spirito con cui sono nate Le Pasquinate.

Il termine, che ancora oggi indica critiche pungenti e ironiche, da inizio '500 venne associato ad ogni espressione anonima di protesta per mezzo di bigliettini apposti sulle statue. Tali messaggi venivano affissi nel cuore della notte per poi essere visibili all'intera cittadinanza il giorno seguente.

Le prime comparvero in latino, successivamente in italiano volgare e, infine, in dialetto romanesco.


Tra le più celebri Pasquinate, senza dubbio, la prima in ordine cronologico è quella risalente al 13 agosto 1501. Riferendosi al toro presente nello stemma papale, Pasquino si rivolse diretto ad ad Alessandro VI Borgia:


«Preedixi tibi papa bos quod esses».

Predissi, o bue, che saresti stato papa


Per l'elezione di Paolo V Borghese, il 16 maggio 1605 , il commento di Pasquino fu il seguente:


«Dopo i Carafa, i Medici, i Farnese, or si deve arricchir casa Borghese».


Critica piuttosto aperta e palese nei confronti dello sfarzo di cui si contornavano i papi e le loro rispettive famiglie di appartenenza.


Ecco alcune delle pasquinate più celebri che hanno segnato la storia di Roma!


1. Contro Papa Urbano VIII (Barberini) –


"Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini"

"Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini."


Questa feroce pasquinata accusava Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) di aver depredato il Pantheon rimuovendo il bronzo per costruire il baldacchino di San Pietro e i cannoni di Castel Sant’Angelo.


2. Contro Papa Alessandro VI (Borgia) – La corruzione del papato


"Vendit Alexander claves, altaria, Christum: / Emerat ille prius, vendere iure potest."

"Alessandro vende le chiavi, gli altari e Cristo: / li aveva comprati, e ha il diritto di rivenderli."


Un'accusa diretta al Papa Borgia, noto per la corruzione e il nepotismo.


3. Contro Papa Clemente XI – Il fiume Tevere si ribella


"Io già facea miracoli, or faccio barche."


Quando il Tevere straripò, la pasquinata ironizzò sul fatto che anziché fare miracoli, la Chiesa avrebbe dovuto costruire imbarcazioni per i cittadini.


4. Contro Napoleone – Roma e l’orgoglio ferito


"Roma è viva, ma il Papa è morto."


Quando Napoleone esiliò Pio VI nel 1799, una pasquinata sottolineò che Roma poteva sopravvivere senza il Papa, ma il Papa senza Roma no.


5. Contro il governo fascista – Il Duce nel mirino

"Gallina vecchia fa buon brodo, ma Mussolini fa solo guai."


Durante il regime fascista, le pasquinate continuarono in segreto, criticando Mussolini e la sua politica autoritaria.

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